Il Mondo a Scatti
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Paese:Italia
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Regia:Cecilia Mangini e Paolo Pisanelli
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Durata:89 minuti
Il Mondo a Scatti
Sinossi_
Il mondo a scatti è un film documentario, film-saggio, film autobiografico… film che non è possibile definire come appartenente a un genere cinematografico ma di sicuro è un film che parte da pensieri sulle immagini, immagini fisse – fotografie che hanno fermato il tempo: Il mondo a scatti. Quello che definiamo un mondo a scatti può essere racchiuso in una sequenza di immagini fisse: clic…clic… clic… ogni scatto ha fermato il tempo, il tempo di un clic, ma le immagini fisse proiettate in successione magicamente diventano immagini in movimento. Lo scatto ferma il tempo: donne, uomini, cose, tutto è rimasto intrappolato in quel rettangolo di mondo.
Un film a scatti che intreccia immagini di oggi e di ieri, immagini fisse e immagini in movimento attraverso un dialogo tra due fotografi-cineasti che riflettono sulle cose visibili e invisibili del mondo: Cecilia, inarrestabile novantenne, fotografa, documentarista, sceneggiatrice viene ripresa da Paolo, fotografo, regista, curatore di eventi culturali.
La decisione di mettersi in scena in un documentario è una scelta imbarazzante, ma serve per affrontare la sfida del rettangolo e dello scatto che congela: un cinquantesimo, centesimo, millesimo di secondo che può bloccare il movimento e il flusso delle immagini con precisione iper-tecnologica.
Dai disegni delle caverne in poi, l’immagine ha sempre avuto un potere che ha a che fare con la magia. Magia è anche la fotografia, a sua volta il cinema sconfina nella stregoneria, incanta gli occhi, può rivelare segreti della natura e incutere terrore, fino a far scappare gli spettatori dalle poltrone. Cecilia Mangini inizia un viaggio che parte da uno scatto analogico dell’altro, da un altro mondo, da un tempo senza cellulare. Siamo a Rutigliano, in Puglia: tutti guardano incantati dentro l’obiettivo, verso una fotografa-stregona che cattura tutte le facce in un colpo solo.
Con questa immagine inizia Il mondo a scatti.
Come testimonianza personale, Cecilia Mangini – legata all’analogico della pellicola da sviluppare e da stampare –, ha deciso di avventurarsi nel digitale da cui si sente esclusa, rischiando una sconfitta forse salutare o una vittoria tardiva.
La fotografia rivela: anche a distanza di molti anni può capitare di ritrovare un negativo mai sviluppato o mai stampato nella luce rossa di una camera oscura, oppure di vedere un’immagine che nel corso del tempo si trasforma.